Affidamento dei figli: padre e madre hanno gli stessi diritti


Quando la famiglia si separa, prendersi cura dei figli e passare del tempo con loro diventa un’attività da organizzare. I genitori possono stabilire insieme le nuove regole oppure, in caso di disaccordo, far decidere al giudice. La legge prevede diverse tipologie di affidamento dei figli. Vediamo quali sono.

Cosa leggerò in questo articolo?

  • Il padre e la madre hanno gli stessi diritti genitoriali
  • Tipologie di affidamento dei figli
  • Affidamento dei figli: considerazioni
  • La mia esperienza personale

Il padre e la madre hanno gli stessi diritti genitoriali

La legge riconosce al padre e alla madre gli stessi diritti genitoriali anche per quanto riguarda il tempo da trascorrere insieme ai figli e le scelte da prendere nel loro interesse. E’ importante precisarlo perchè talvolta succede che un genitore cerchi di sostituirsi all’altro nell’individuare cosa è meglio per la prole.

Genitori sposati che si separano

I genitori sposati che si lasciano hanno la possibilità di regolare i rapporti futuri con i figli nel procedimento di separazione coniugale, consensuale o giudiziale. Il Tribunale adotta le soluzioni che soddisfano al meglio l’interesse della prole.

Genitori conviventi che si separano

I genitori conviventi non possono ricorrere al procedimento di separazione coniugale, non essendo mai stati sposati. Per questo motivo, la legge ha previsto soluzioni alternative:

  • se sono d’accordo sulle condizioni di affidamento, possono scrivere un ricorso congiunto per la regolamentazione dei rapporti dei figli. In alcuni uffici giudiziari, (come il Tribunale di Milano), l’atto può essere presentato anche senza l’assistenza di un professionista. Cliccando su questo link puoi avere tutte le informazioni su come muoverti e sui documenti da presentare. Anche se esiste questa possibilità, per la delicatezza della materia è comunque consigliabile farsi assistere da un professionista di fiducia;
  • se i genitori non sono d’accordo, possono cominciare un percorso di mediazione familiare che faciliti il dialogo oppure avviare una causa in Tribunale.

Le regole di affidamento dei figli

Le regole di affidamento dei figli riguardanti:

  • la residenza dei minori;
  • i tempi e le modalità di frequentazione con ciascun genitore;
  • la misura e il modo in cui entrambi i genitori devono contribuire economicamente al loro mantenimento.

possono essere modificate in qualsiasi momento e adeguate ai cambiamenti di età, di impegni e di interessi dei figli o delle proprie condizioni economiche.

Tipologie di affidamento dei figli

Esistono diversi tipi di affidamento

  • condiviso paritario;
  • condiviso con collocazione prevalente presso un genitore;
  • esclusivo.

L’affidamento condiviso consente di realizzare il diritto alla bigenitorialità ed è disciplinato dall’ articolo 337 ter del codice civile. I figli possono decidere se vivere stabilmente a casa di uno o di entrambi i genitori. La scelta può essere effettuata indipendentemente dalle regole previste per il loro mantenimento.

Affidamento dei figli: l’affido condiviso con collocamento paritario

I figli possono essere affidati a entrambi i genitori, con tempi uguali di permanenza e modalità di contribuzione (legge n. 54 del 2006). Questa modalità di affido potrebbe risultare complicata se i figli fossero costretti a cambiare casa a giorni alterni. La residenza abituale, invece, potrebbe garantirgli una maggiore stabilità evitando continui spostamenti alla stregua di un pacco postale.

Affidamento dei figli: l’affido condiviso con collocamento prevalente

Spesso i figli vivono principalmente con un genitore chiamato dalla legge collocatario che si occupa delle loro esigenze quotidiane. In passato, i tribunali ritenevano che questo tipo di affidamento fosse la soluzione migliore per la prole idonea a garantire una stabilità nella crescita. Col passare del tempo si è posta l’attenzione anche sui problemi che questo tipo di affido può comportare. Come, ad esempio, l’erronea identificazione del collocatario (in genere la mamma) come “genitore principale” e del non collocatario (il papà) come “genitore secondario”.

La conflittualità fra ex partner può ostacolare l’affido condiviso

L’affidamento condiviso si basa su una relazione cooperativa tra genitori separati e può risultare difficile quando la conflittualità è particolarmente accesa. La rabbia, l’aggressività e il risentimento rappresentano spesso un grosso ostacolo all’esercizio della genitorialità condivisa. In queste situazioni, è possibile che il figlio venga utilizzato, anche inconsciamente, come strumento di ritorsione nei confronti dell’ex partner.

L’affido esclusivo dei figli

L’affido esclusivo è una deroga al diritto alla bigenitorialità (articolo 337 quater del codice civile). Viene disposto dal giudice con provvedimento motivato quando uno dei genitori risulta inidoneo ad occuparsi dei figli. In questi casi, se le circostanze lo permettono, potrebbe essere utile cercare di intraprendere un percorso di recupero della genitorialità, anche attraverso l’intervento di figure sociali di supporto, come il mediatore familiare e gli assistenti sociali del proprio Comune.

Affidamento dei figli: considerazioni

E’ importante che entrambi i genitori provvedano alle esigenze dei figli come meglio possono, in modo proporzionale alle risorse d’animo ed economiche di cui dispongono. La mancanza di attenzioni può provocare diversi danni alla crescita dei bambini. Se vuoi saperne di più sui disturbi legati alla trascuratezza emotiva, ti invito a leggere questo interessante articolo di De Simone su Psicoadvisor.com.

La mia esperienza personale

E’ difficile dire a priori quale schema di affidamento sia migliore per i figli. Ogni famiglia ha una sua storia e le generalizzazioni mal si conciliano coi sentimenti. Per la mia esperienza personale posso dire che da bambina avrei voluto vivere di più con mio padre. Lui era spesso in viaggio per lavoro e io dormivo con la sua foto. Per fortuna mia madre non l’ha mai messo in cattiva luce per le sue assenze nè le ha usate per ostacolare il nostro rapporto. Anzi, quando poteva lo giustificava. Questo comportamento collaborativo mi ha dato la possibilità di crescere coltivando buoni sentimenti nei suoi confronti e di trascorrere molto più tempo insieme quando ha smesso di viaggiare per lavoro.

Non tutte le storie sono uguali

Non tutte le storie però sono uguali. Quando in famiglia si verificano episodi di violenza o abusi psicologici o fisici bisogna sottrarre quanto prima i figli da tali contesti, anche attraverso l’aiuto delle figure sociali di supporto del proprio Comune e dei Centri Anti-violenza. La violenza non è mai giustificabile, soprattutto quella di un genitore.

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